lunedì 28 dicembre 2009

Il Natale


E anche quest’anno è passato e mi ha lasciato quasi indenne.
Il Natale purtroppo arriva tutti gli anni compreso quelli bisestili. Quest’anno poi ho come l’impressione che sia arrivato prima del solito e mi ha colta alla sprovvista, come alla sprovvista mi ha colta l’invito di mio marito per il giorno di Natale a parentame vario. Tutti a pranzo da noi. Albero o presepe? Ovvimente opto per le palle, faccio sempre l’albero con una cura maniacale. Mi mancano delle palline. Sono certa che siano sparite e già mi viene una crisi, poi non so perchè quest'anno tutti si sono accaniti contro il mio albero. Il cane che ogni volta che scende a pisciare torna masticando una pallina, i miei nipoti che hanno pensato bene di prendersi a pallonate e frantumare una decina di palline pregiatissime, io stessa che per rabbia ho strappato un ramo. Comunque è lì, storto, con tre palline masticate, triste come chi sa di aver avuto un passato glorioso.
Il 24 vado a fare la spesa. Mio marito mi lascia una bella lista e io parto all’alba alla volta del supermercato. Bestemmio contro bietole, cannelloni che non si trovano, scalogno (sempre lui il maledetto!). L’unica cosa semplice da trovare sono le noci e ne prendo a sacchettate. Poi vado a comprare i regali, compreso il mio perché mio marito non aveva tempo.
Scattate le 20 del 24 comincia la maratona cibo. Ci si strafoga per 3 giorni come se fossimo degli orsi e dovessimo accumulare riserve per l’inverno. Mangiamo di tutto, e più mangi e più ti viene fame e dopo il cotechino mangi la crema pasticcera e dopo la crema rimangi un cannellone e tutto sembra non finire mai. Poi ti sdrai 5 minuti sul divano tra un cannellone e l’altro, tiri due rutti e apri i regali: un libro, un alberello di Natale con una saponetta attaccata, un candelabro. Evviva evviva. E comunque sempre meglio di Fabio che ha ricevuto un gomitolo di lana pensando fossero un paio di calzettoni.
Se si riesce a sopravvivere alla tre giorni (e anche quest’anno ce l’ho fatta!!), qualche giorno di tregua e poi si riparte per l’ultimo dell’anno. E di nuovo cannelloni, lenticchie, zamponi, panna montata. Si comincia a mangiare alle 8 di sera e si finisce alle 5 della mattina.
E i propositi dell’anno nuovo?
Beh la dieta è sempre al primo posto fiduciosi che ci vorranno mesi prima che avremmo cagato quello che abbiamo mangiato nell’ultima settimana.

lunedì 21 dicembre 2009

Pisciatoi


Certe cose nella vita non cambiano mai. C'e' poco da dire tutto cio' che riguarda la cacca e simili fa ridere grandi e piccini. Per non parlare del culo o del pisello. E cosi', nelle serate passate tra amici, si finisce sempre per raccontare aneddoti a riguardo. Ce ne sono alcuni che ho sentito raccontare decine di volte, come quando Nicola in campeggio a 17 anni aveva cacato in un sacchetto di plastica che poi aveva sapientemente lanciato in aria ed era rimasto incastrato ai rami di un albero proprio sopra la tenda che condivideva con mio marito. E cosi' hanno passato il resto della vacanza con il sacchetto penzolante minaccioso sulla testa.

Qualche sera fa sono andata a cena da amici e dopo esserci strafogati di pasta ai carciofi, cotechino e lenticchie, il discorso, non so bene come, e' finito li'. Le donne spesso non amano parlare di queste cose, sono quase tutte un po' stitiche (problema che di solito risolvono con erbine omeopatiche) e nessuna ammette di tirare sonore scoregge sotto il piumone. Al contrario per gli uomini questo e' un vanto e quindi spesso ti ritrovi a sentirti raccontare le cacate degli ultimi venti anni ... "quella volta che.. " e attaccano gia' a ridere, e tu ti ritrovi a pensare "non raccontera' mica quella della schiuma con il sapone nel bagno alla turca" .. e invece e' proprio quella. Comunque, ero a cena a casa di amici e sono venuti fuori degli aneddoti davvero interessanti.

Comincia mio marito, che in merito e' veramente un artista, e racconta tre o quattro cacate veramente memorabili (e come potrei dimenticarle!!!). A quel punto parte Federico con una vera perla: la visita dal "pallologo" che per misurare il volume delle palle teneva in una mano il suo testicolo e nell'altra un rosario con palle di legno di dimensioni sempre piu' piccole (si parte dall'arancio e si finisce alla biglia). Tasta un po' qui, un po' la' poi aumenta o diminuisce il volume finche' annuisce e dice "una noce" oppure "un pompelmo". Gli uomini poi in queste visite sono molto timidi, non come noi dal ginecologo che ci caliamo le mutande con estrema tranquillita' abbandonandoci all'esplorazione dell'anfratto. Poi escono dallo studio e con indifferenza passano tra gli altri pazienti mormorando "arancia, ha detto arancia".
Ma il top e' stata la disquisizione sui pisciatoi di Berlino. Ci sono diversi tipi di pisciatoi. Quello piu' rudimentale e' "la pisciata contro il muro". Ma non un muro qualunque, il muro del pisciatoio. Quindi si scendono le scale e si piscia contro delle piastrelle. Poi ci sono quelli piu' evoluti, quelli con la moschina e le sue evoluzioni. C'e' una mosca disegnata sul water e l'uomo, con il suo ammenicolo, deve cercare di centrarla o ancora un pallone da calcio in miniatura che si muove avanti e indietro e quando lo colpisci cambia colore e da bianco diventa rosso. Non so se c'e' anche qualcuno che grida "gol", o dice "bravo", devo informarmi. Tutto cio' e' fatto perche' l'uomo, con il suo cervellino piccolo piccolo, impari a pisciare dentro un buco, come se alle donne mettessero il rumore di un ruscello o una manina finta che ti grattasse leggermente il sopraculo per stimolarti la diuresi. Comunque se gli metti il giochino pare che riesca a beccare il buco, peccato che durante la fase "scrollo" si dimentica della mosca e termina la pisciata di lato.
Comunque devo dire che avere il birillo deve essere veramente comodo, la fai dove e quando vuoi non come noi che dobbiamo infrattarci accucciate per poi pisciarci sui piedi (sono solo io che non riesco a fare la pipi' accucciata o capita anche ad altre?), puoi fare le gare con gli amici a chi piscia piu' lontano, puoi fare il giochino della mosca o similari e poi, perchi ce l'ha piu' intelligente, pare riesca a fare anche il sudoku!

sabato 19 dicembre 2009

Viva la neve



Stamattina mi sono svegliata e c’era un silenzio particolare. Mi affaccio alla finestra ed era tutto bianco,il mio giardino sembrava quello di una baita in montagna, la mia macchina era completamente sparita sotto un cumulo di neve e c’erano tre bambini che facevano a pallate nel cortile.
Qui non siamo abituati a vedere la neve e torniamo tutti un po’ bambini, le scuole chiudono, si va per le strade e si vede la gente sorridere, si porta il cane al campetto e lui sembra tornare il cucciolo di dieci anni fa, poche macchine in giro, tutto sembra un po’ magico. Ci si ferma a notare dei particolari che non avevamo mai visto perché siamo sempre di corsa, quell’albero di cachi sotto casa mia, quel bambino bellissimo con la giacca a vento rossa, quel cartello stradale tutto storto.
Si esce di casa tutti coperti, con i calzettoni pesanti e il berretto e ci si avventura a piedi e con gli occhi affamati di immagini, sorridendo a tutti quelli che incontriamo. Poi si rientra a casa infreddoliti ma con una bellissima sensazione dentro e quando vediamo la macchina dove i bambini hanno scritto “VIVA LA NEVE” non si può che essere d’accordo. Certo domani ci sarà un misto di fango e acqua, i miei gerani saranno definitivamente morti e magari non partirà nemmeno la macchina ma non importa, ancora per qualche ora potrò affacciarmi alla finestra e provare quella bellissima sensazione

martedì 8 dicembre 2009

Vita

Alle volte la vita è davvero una merda.
Oggi ho perso un’amica. Una piccola donna con un coraggio e un attaccamento alla vita che non avevo mai visto in nessuno in tutta la mia vita. Ha combattuto per dodici anni contro un male bastardo che non dà scampo. Si è vista cadere a pezzi, deturpata, privata di tutto quello che ai noi “sani” sembra normale e dovuto. L’ho vista venire al mare tranquilla anche senza un seno, portare una bandana quando era senza capelli, camminare con le stampelle quando ormai le ossa non la reggevano più ma mai piangersi addosso. Mai. E’ rimasta attaccata alla vita fino alla fine. E’ riuscita a vedere suo figlio arrivare ad essere adolescente, un ragazzo meraviglioso che non ha ricordi di sua madre senza la malattia. Non sono riuscita a starle vicina come avrei voluto, ho avuto paura, paura di soffrire ancora. E sono scappata.
Alle volte la vita è davvero una merda.

Ciao Lory