mercoledì 27 gennaio 2010

PAROLACCE

Ieri alla macchinetta del caffe' parlavo con una mia collega livornese che era incazzata con la maestra napoletana di suo figlio che sosteneva che boia e' una parolaccia. "Boia non e' una parolaccia!" ha esclamato risentita, "lo sara' per la maestra napoletana!". In effetti togliere il "boia deh" ai livornesi sarebbe un po' come togliere il belin ai genovesi, il michia ai siciliani, il figa ai milanesi. Riflettevamo su cosa si intende per parolaccia. Se ad una persona dico "figlio di prostituta" e' una parolaccia?


Nominare gli organi sessuali poi e' sempre considerato parolaccia. O meglio dipende dal nome che si da' all'organo in questione. Se dico "che cazzo vuoi" o "sei un coglione" e' parolaccia mentre dire "che pisello vuoi" o "sei un testicolo" sembra di no. Ma poi perche' mi chiedo. Se dicessi "che braccio vuoi" o "sei una testa di piede" oppure "mi hai fatto due talloni cosi" .... perche' tutto quello che e' legato al sesso e' considerato male, sbagliato, dispregiativo (accia!)?

E poi la parolaccia sintetizza uno stato d'animo, rende meglio l'idea. Vuoi mettere un "mi sono rotta i coglioni" rispetto ad un "mi sto annoiando profondamente?" O un "sei una testa di cazzo" rispetto ad un "sei uno sfaccendato incosciente"?

Leggevo tempo fa un articolo sul sole e 24 ore che secondo uno studio dei soliti inglesi, la parolaccia negli uffici incrementerebbe la produttivita' perche' contribuisce ad eliminare lo stress e a creare un'aria piu' cameratesca tra i colleghi.

Quindi evviva la parolaccia e non rompeteci piu' i coglioni. e che cazzo!