lunedì 28 dicembre 2009

Il Natale


E anche quest’anno è passato e mi ha lasciato quasi indenne.
Il Natale purtroppo arriva tutti gli anni compreso quelli bisestili. Quest’anno poi ho come l’impressione che sia arrivato prima del solito e mi ha colta alla sprovvista, come alla sprovvista mi ha colta l’invito di mio marito per il giorno di Natale a parentame vario. Tutti a pranzo da noi. Albero o presepe? Ovvimente opto per le palle, faccio sempre l’albero con una cura maniacale. Mi mancano delle palline. Sono certa che siano sparite e già mi viene una crisi, poi non so perchè quest'anno tutti si sono accaniti contro il mio albero. Il cane che ogni volta che scende a pisciare torna masticando una pallina, i miei nipoti che hanno pensato bene di prendersi a pallonate e frantumare una decina di palline pregiatissime, io stessa che per rabbia ho strappato un ramo. Comunque è lì, storto, con tre palline masticate, triste come chi sa di aver avuto un passato glorioso.
Il 24 vado a fare la spesa. Mio marito mi lascia una bella lista e io parto all’alba alla volta del supermercato. Bestemmio contro bietole, cannelloni che non si trovano, scalogno (sempre lui il maledetto!). L’unica cosa semplice da trovare sono le noci e ne prendo a sacchettate. Poi vado a comprare i regali, compreso il mio perché mio marito non aveva tempo.
Scattate le 20 del 24 comincia la maratona cibo. Ci si strafoga per 3 giorni come se fossimo degli orsi e dovessimo accumulare riserve per l’inverno. Mangiamo di tutto, e più mangi e più ti viene fame e dopo il cotechino mangi la crema pasticcera e dopo la crema rimangi un cannellone e tutto sembra non finire mai. Poi ti sdrai 5 minuti sul divano tra un cannellone e l’altro, tiri due rutti e apri i regali: un libro, un alberello di Natale con una saponetta attaccata, un candelabro. Evviva evviva. E comunque sempre meglio di Fabio che ha ricevuto un gomitolo di lana pensando fossero un paio di calzettoni.
Se si riesce a sopravvivere alla tre giorni (e anche quest’anno ce l’ho fatta!!), qualche giorno di tregua e poi si riparte per l’ultimo dell’anno. E di nuovo cannelloni, lenticchie, zamponi, panna montata. Si comincia a mangiare alle 8 di sera e si finisce alle 5 della mattina.
E i propositi dell’anno nuovo?
Beh la dieta è sempre al primo posto fiduciosi che ci vorranno mesi prima che avremmo cagato quello che abbiamo mangiato nell’ultima settimana.

lunedì 21 dicembre 2009

Pisciatoi


Certe cose nella vita non cambiano mai. C'e' poco da dire tutto cio' che riguarda la cacca e simili fa ridere grandi e piccini. Per non parlare del culo o del pisello. E cosi', nelle serate passate tra amici, si finisce sempre per raccontare aneddoti a riguardo. Ce ne sono alcuni che ho sentito raccontare decine di volte, come quando Nicola in campeggio a 17 anni aveva cacato in un sacchetto di plastica che poi aveva sapientemente lanciato in aria ed era rimasto incastrato ai rami di un albero proprio sopra la tenda che condivideva con mio marito. E cosi' hanno passato il resto della vacanza con il sacchetto penzolante minaccioso sulla testa.

Qualche sera fa sono andata a cena da amici e dopo esserci strafogati di pasta ai carciofi, cotechino e lenticchie, il discorso, non so bene come, e' finito li'. Le donne spesso non amano parlare di queste cose, sono quase tutte un po' stitiche (problema che di solito risolvono con erbine omeopatiche) e nessuna ammette di tirare sonore scoregge sotto il piumone. Al contrario per gli uomini questo e' un vanto e quindi spesso ti ritrovi a sentirti raccontare le cacate degli ultimi venti anni ... "quella volta che.. " e attaccano gia' a ridere, e tu ti ritrovi a pensare "non raccontera' mica quella della schiuma con il sapone nel bagno alla turca" .. e invece e' proprio quella. Comunque, ero a cena a casa di amici e sono venuti fuori degli aneddoti davvero interessanti.

Comincia mio marito, che in merito e' veramente un artista, e racconta tre o quattro cacate veramente memorabili (e come potrei dimenticarle!!!). A quel punto parte Federico con una vera perla: la visita dal "pallologo" che per misurare il volume delle palle teneva in una mano il suo testicolo e nell'altra un rosario con palle di legno di dimensioni sempre piu' piccole (si parte dall'arancio e si finisce alla biglia). Tasta un po' qui, un po' la' poi aumenta o diminuisce il volume finche' annuisce e dice "una noce" oppure "un pompelmo". Gli uomini poi in queste visite sono molto timidi, non come noi dal ginecologo che ci caliamo le mutande con estrema tranquillita' abbandonandoci all'esplorazione dell'anfratto. Poi escono dallo studio e con indifferenza passano tra gli altri pazienti mormorando "arancia, ha detto arancia".
Ma il top e' stata la disquisizione sui pisciatoi di Berlino. Ci sono diversi tipi di pisciatoi. Quello piu' rudimentale e' "la pisciata contro il muro". Ma non un muro qualunque, il muro del pisciatoio. Quindi si scendono le scale e si piscia contro delle piastrelle. Poi ci sono quelli piu' evoluti, quelli con la moschina e le sue evoluzioni. C'e' una mosca disegnata sul water e l'uomo, con il suo ammenicolo, deve cercare di centrarla o ancora un pallone da calcio in miniatura che si muove avanti e indietro e quando lo colpisci cambia colore e da bianco diventa rosso. Non so se c'e' anche qualcuno che grida "gol", o dice "bravo", devo informarmi. Tutto cio' e' fatto perche' l'uomo, con il suo cervellino piccolo piccolo, impari a pisciare dentro un buco, come se alle donne mettessero il rumore di un ruscello o una manina finta che ti grattasse leggermente il sopraculo per stimolarti la diuresi. Comunque se gli metti il giochino pare che riesca a beccare il buco, peccato che durante la fase "scrollo" si dimentica della mosca e termina la pisciata di lato.
Comunque devo dire che avere il birillo deve essere veramente comodo, la fai dove e quando vuoi non come noi che dobbiamo infrattarci accucciate per poi pisciarci sui piedi (sono solo io che non riesco a fare la pipi' accucciata o capita anche ad altre?), puoi fare le gare con gli amici a chi piscia piu' lontano, puoi fare il giochino della mosca o similari e poi, perchi ce l'ha piu' intelligente, pare riesca a fare anche il sudoku!

sabato 19 dicembre 2009

Viva la neve



Stamattina mi sono svegliata e c’era un silenzio particolare. Mi affaccio alla finestra ed era tutto bianco,il mio giardino sembrava quello di una baita in montagna, la mia macchina era completamente sparita sotto un cumulo di neve e c’erano tre bambini che facevano a pallate nel cortile.
Qui non siamo abituati a vedere la neve e torniamo tutti un po’ bambini, le scuole chiudono, si va per le strade e si vede la gente sorridere, si porta il cane al campetto e lui sembra tornare il cucciolo di dieci anni fa, poche macchine in giro, tutto sembra un po’ magico. Ci si ferma a notare dei particolari che non avevamo mai visto perché siamo sempre di corsa, quell’albero di cachi sotto casa mia, quel bambino bellissimo con la giacca a vento rossa, quel cartello stradale tutto storto.
Si esce di casa tutti coperti, con i calzettoni pesanti e il berretto e ci si avventura a piedi e con gli occhi affamati di immagini, sorridendo a tutti quelli che incontriamo. Poi si rientra a casa infreddoliti ma con una bellissima sensazione dentro e quando vediamo la macchina dove i bambini hanno scritto “VIVA LA NEVE” non si può che essere d’accordo. Certo domani ci sarà un misto di fango e acqua, i miei gerani saranno definitivamente morti e magari non partirà nemmeno la macchina ma non importa, ancora per qualche ora potrò affacciarmi alla finestra e provare quella bellissima sensazione

martedì 8 dicembre 2009

Vita

Alle volte la vita è davvero una merda.
Oggi ho perso un’amica. Una piccola donna con un coraggio e un attaccamento alla vita che non avevo mai visto in nessuno in tutta la mia vita. Ha combattuto per dodici anni contro un male bastardo che non dà scampo. Si è vista cadere a pezzi, deturpata, privata di tutto quello che ai noi “sani” sembra normale e dovuto. L’ho vista venire al mare tranquilla anche senza un seno, portare una bandana quando era senza capelli, camminare con le stampelle quando ormai le ossa non la reggevano più ma mai piangersi addosso. Mai. E’ rimasta attaccata alla vita fino alla fine. E’ riuscita a vedere suo figlio arrivare ad essere adolescente, un ragazzo meraviglioso che non ha ricordi di sua madre senza la malattia. Non sono riuscita a starle vicina come avrei voluto, ho avuto paura, paura di soffrire ancora. E sono scappata.
Alle volte la vita è davvero una merda.

Ciao Lory

lunedì 30 novembre 2009

Onesta o cogliona?


Ho portato la macchina dal carrozziere. L'ha guardata con attenzione, ci girava intorno con fare pensante e con i dollari al posto delle pupille come Paperon de Paperonis. Alla fine mi dice "si salva solo il tetto".
A quel punto mi da due opzioni: 2000 euro per aggiustarla 50 euro per cercare in qualche modo di chiudere la portiera. Opto ovviamente per la seconda scelta. Ritiro la macchina e per qualche giorno me ne vado in giro, finche', la settimana scorsa, ho aperto la portiera e mi e' rimasta in mano. Ho provato a chiuderla con una cintura di stoffa, sembrava ci stesse. Ogni cinquanta metri qualcuno mi suonava per dirmi che avevo la portiera aperta. Lo so cazzo. Passa una settimana e mi rendo conto che devo assolutamente spendere sti 2000 euro.
Parto da Pisa di sera e me ne torno piano piano a casa sulla via normale. Arrivo a Forte dei Marmi, mi fermo ad una rotonda e SBANGGGGG mi tamponano. Rimbalzo un paio di volte, mi accosto, scendo dalla macchina. Arriva un ragazzo che, in un italiano un po' particolare, mi dice, dandomi del Voi, di scusarlo tanto che la sua macchina non frena. E' tardi, e' buio e piove. Non so quanti danni ci siano visto le condizioni pregresse, probabilmente non molti di piu' di quelli che c'erano gia'. Mi dice che si chiama Pietro e mi da il suo numero di telefono. Me ne vado.

A quel punto penso "Cazzo posso risparmiarmi qualcosa sui 2000 euro" e subito dopo "Pietro ... non so nemmeno che macchina aveva, il numero di targa, il cognome ... non so un cazzo di niente". Arrivo a casa e prendo gli insulti di mio marito.

Il giorno dopo chiamo con poche speranze. Mi risponde Pietro che scopro essere albanese che mi passa suo fratello Giorgio. Anche lui mi da del voi, mi dice che paga tutto, che e' disposto a venire anche fino a sarzana per vedere la macchina. Sono muratori di Pietrasanta. Ma porca puttana non potevo beccare un manager in SUV? Due muratori albanesi, e io che porto via il pane ai loro figli. Fanculo. Ho detto che non importa, che i danni sono pochi e che va bene cosi', avevo paura che incontrandoci finivo con il dargli 200 euro.

giovedì 29 ottobre 2009

Terme

In questi giorni abbiamo pensato con i nostri amici che potremmo passare Capodanno alle terme del Calidario, un bagno all’aperto con l’acqua a 38 gradi il 31 dicembre sera non mi sembra niente male.
Parlando di terme mi sono tornate in mente le mitiche vacanze con la Simo a Monsummano.
Qualche anno fa mi aveva convinta ad andare una settimana con lei in vacanza a farci massaggiare il culo e da allora ci siamo andate per 3 o quattro anni di seguito a parte la botta di vita a Londra per i suoi quaranta anni.
Aspettavo quella settimana sempre con ansia. Simo arrivava a prendermi con la sua Ford Ka di quindici anni la domenica pomeriggio, salutavo marito e cane e partivamo. Arrivavamo all’hotel dopo circa un paio di ore e parcheggiavamo di fianco alla macchina più scalercia che trovavamo, di solito una Porche Carrera. A quel punto facevamo il nostro ingresso nel paese dei balocchi e non ne saremmo più uscite per una settimana.
Alla mattina sveglia verso le 8.30, colazione abbondante e ora di ginnastica. Un anno c’era un istruttore che era un figo spaziale, noi entravamo in palestra con le cispi agli occhi cercando di sfoggiare un minimo addominale, ma crollavamo alla prima flessione celando in malo modo un rutto e maledicendo quel chilo e mezzo di marmellata che ci eravamo appena mangiate. Finita l’ora di ginnastica tornavamo in camera e ci mettevamo la mitica cappetta di cotone, la vestaglia da ospedale e ci avventuravamo nella grotta termale. Meravigliosa. Una grotta naturale a circa 35 gradi e con un’ umidità del 99%. La prima volta, appena entrata, pensavo mi sarebbe venuto un attacco di panico. La grotta è divisa in 3 zone, paradiso, purgatorio e inferno. Noi stavamo all’inferno. Stai lì 50 minuti in silenzio e sudi come Galeazzi quando fa la telecronaca di una gara di canottaggio. Quando ci andava veramente di culo eravamo sole o con altre 3 o 4 persone. Poi c’erano i giorni sfigati. Una volta per esempio avevo uno di fianco che si tirava dietro una puzza di piedi devastante, un’altra volta, invece, avevo davanti uno che ha passato tutti i cinquanta minuti a grattarsi i coglioni sotto la cappetta. Io tipicamente ero nuda sotto la cappetta perché in quelle condizioni anche un filo interdentale in mezzo alle chiappe ti fa caldo. Da qui il mio soprannome Sharon.
Finiti i 50 minuti di grotta si andava a fare la doccia idrogetto. Entri in una stanza che ricorda molto i lager che si vedono nei documentari, ti metti sotto il doccione e una inserviente ti spara da due metri di distanza un getto d’acqua ad una pressione impressionante che ti scaraventa contro il muro. Questo per rigenerarti. Io ci andavo spesso in costume, la Simo una volta si e’ presentata in perizoma di pizzo e il docciaro, che era un ometto sui 55 anni, per tutti i giorni successivi ci ha salutate ammiccando.
Distrutte dopo la doccia ci trascinavamo in sala relax per una ventina di minuti e poi massaggi. Ne abbiamo provati di tutti i tipi, anti-stress, aroma, svedesi, ayurvedici, tonificanti, shatzu. La Simo, avendo già avuto esperienza alle terme, mi aveva consigliato di scegliere l’unico massaggiatore uomo. Mi ricordo che quando aveva prenotato aveva chiesto espressamente di essere massaggiata da lui e dalla direzione le avevano risposto “Relativamente ai massaggi, mi sembra di ricordare che avesse una preferenza per un nostro terapista. Se desidera informarci faremo del nostro meglio per soddisfare la Sua richiesta.”
Avevano poi soddisfatto la nostra richiesta.
Il mitico fisioterapista era veramente bravo, aveva solo il difetto che quando ti giravi di schiena ti calava quella specie di mutande di carta per massaggiarti meglio. Inizialmente l’istinto era quello di stringere le chiappe ma poi il relax prendeva il sopravvento.
Pranzo veloce e poi pomeriggio nella stramitica piscina termale, con quegli idromassaggi che ti sparano acqua da tutte le parti e che ti rimettono anche un po’ in circolo l’ormone.

Alla sera ci presentavamo a cena alle 19.30 in punto. Spesso la sala era ancora chiusa e quando la aprivano ci trovavano spiaccicate alla tenda di ingresso, sbavanti e intente ad ammirare il menù. Si mangiava da Dio, antipasti, primi, secondi e dolci fantastici. Ingurgitavamo tutto in meno di mezzora e poi, gonfie come dei tacchini, ci trascinavamo nei salotti dell’albergo per poi crollare in camera poco dopo.
L’ultimo giorno si passava poi allo Slitti a fare una scorpacciata di cioccolata.
Quando tornavo dalle terme avevo sempre un paio di chili in più ma una serenità e una rilassatezza interiore veramente unica.

E’ un po’ di anni che non ci torniamo ….. Francini, è l’ora di riprendere le nostre abitudini, organizzati.

martedì 27 ottobre 2009

Vita di coppia

Domenica, verso le 18.30 stavo tornando a casa in macchina con mio marito. Eravamo con la mia Yaris nera e guidavo io. Era buio. Lungo la strada mi sono fermata ad una profumeria per prendere shampoo e lamette da barba. Torno in macchina, metto in moto, ingrano la retromarcia senza accorgermi che la portiera lato mio marito era aperta. A quel punto una persona normale ha i riflessi per chiudere la portiera, uno mezzo normale urla e dice "occhio", "attenzione", "frena" una qualsiasi cazzo di parola che attiri l'attenzione del guidatore. Mio marito invece dice, con calma flemmatica, "questa ce la portiamo a casa cosi' come e'?" che di per se non ha senso figuriamoci in quel contesto. Appena e' arrivato a "portiamo" ho centrato un panettone di cemento che ha divelto la porta. A quel punto ha iniziato ad imprecare, la colpa ovviamente era mia che ero partita con la porta aperta. MA SECONDO TE ME NE ERO ACCORTA???? Allora mi e' tornato in mente quella volta che era in moto con Nicola. Lui era dietro, Nicola era alla guida con la testa girata un po' indietro per parlare con lui. Spunta un camion. A quel punto una persona normale urlerebbe "occhio", "attento", "frena", "camion". Mio marito invece disse "E' duro, e' molto duro". SBANGG @!&^&@$(@^^^*&(&^%

Ieri sera siamo usciti dal lavoro e siamo andati a fare la mitica ablazione del tartaro. Appena mi ha aperto la bocca la dentista mi ha detto "e che e' il muro di Berlino?". Vergogna. Comunque finisco verso le 21. Arriviamo a casa dopo mezzora distrutti e affamati. Mio marito mette a scaldare una minestra precotta, io mi giro verso il tavolo e vedo sopra un pezzo di formaggio, ne' grande ne' piccolo. Senza pensarci lo prendo e me lo mangio. Era l'ultimo. Ho ancora il formaggio in bocca quando mio marito, sempre con la solita flemma e humor inglese, mi dice "Ti sei mai chiesta a chi e' dedicato il Leerdammer formato famiglia"?

Alle volte penso che mi prenda per il culo ...

martedì 20 ottobre 2009

Chi cazzo me lo ha fatto fare

Di comprare uno scooter che non riesco a guidare
Di comprare una casa a pianta triangolare
Di comprare i Jeans stretti intanto prima o poi cedono
Di comprare la cyclette
Di leggere il mio oroscopo stamattina tanto saturno e' sempre contro
Di dire al mio capo che non sono motivata
Di contendermi con il cane l'ultimo pezzo di formaggio, intanto vince sempre e comunque lui.
Di preprare ogni settimana due lezioni per il corso di inglese quando ne e' sufficiente una.
Di venire a lavorare oggi quando ho 49 giorni di ferie da smaltire entro l'anno

domenica 11 ottobre 2009

La ruga


In questo periodo di escort e di veline mi viene naturale riflettere su come sono diventate, o meglio come vengono rappresentate oggi le donne. Le donne emancipate oggi devono proporsi come oggetto di desiderio sessuale anche quando sono interpellate per la loro professionalità. Rosy Bindi è stata definita più bella che intelligente e questo la dice lunga.

Siamo in un mondo un cui l'apparire è diventato di gran lunga più importante dell'essere, in cui dobbiamo nascondere la ruga, vergognarci per il passaggio del tempo sul nostro viso.
Come dice Lorella Zanardo in un suo bellissimo cortometraggio, il volto è espressione, qualcosa di asimmetrico e impuro, di individuale e diverso dal tipico. Invece in televisione vediamo solo volti gonfiati che hanno perso la loro unicità. Bocche, seni, nasi e culi tutti uguali. Esaltazione portata all'eccesso di quella che viene considerata femminilità, desiderabilità semplicemente come pura allusione sessuale.

Il nostro volto racconta il nostro vissuto, i nostri dolori, le nostre scelte, i figli che abbiamo avuto e quelli che non abbiamo avuto, le nostre amicizie, i nostri amori, i sogni realizzati e quelli inespressi.

Ogni segno sulla nostra faccia è un momento in cui abbiamo riso o abbiamo pianto.
Ogni segno fa parte della nostra storia.

Però un bel culo sodo tipo noce di cocco non mi dispiacerebbe ...

mercoledì 7 ottobre 2009

Presa di coscienza

Oggi, per la prima volta in quindici anni, ho pensato seriamente di lasciare il mio lavoro. Stamattina, ero in ferie, alle 9 mi ha chiamata il mio capo, insieme ad altri colleghi per dirci che ieri avevano deciso di chiudere il progetto su cui sto lavorando e sputando sangue da due anni. Mi sento presa per il culo. Ho trascurato la mia vita privata, la mia famiglia, la casa che stiamo costruendo. Ho saltato le ferie con mio marito, ho passato dodici ore al giorno in ufficio per mesi, spesso mangiando panini per non perdere tempo. Mi sono portata il lavoro a casa, ho faticato ad addormentarmi e soprattutto mi sono sentita in colpa perché mi sembrava di non riuscire a fare abbastanza. Due anni di lavoro buttati nel cesso e proprio a un soffio dal traguardo. La cosa triste è che non riesco nemmeno ad incazzarmi, che non so con chi incazzarmi perché non sono ancora riuscita a capire e forse non capirò mai le logiche di questa azienda. E ora che succederà? Forse starò mesi senza fare nulla, oppure finirò su un progetto super urgente che tra qualche mese chiuderà, oppure diranno che il laboratorio di Pisa non serve più a nulla o ancora che Laura Spinella non serve più a nulla e mi inviteranno gentilmente a levarmi dai coglioni. Non lo so. Non la sa nessuno. Sono convintissima della buona fede delle persone con cui ho a che fare ma questo mi preoccupa ancora di più perché nessuno sa cosa può succedere tra due mesi. Sono tutti burattini con i loro fogli excell da compilare, le scadenze da far rispettare e che cercano di dare un aspetto umano a qualcosa che non ce l’ha, ma nessuno che tira fuori i coglioni. Nessuno.
E il bello è che tra un paio di mesi mi verrà dato il questionario per sapere quanto sono orgogliosa di lavorare qui dentro.

Il vostro “motto aziendale”, le tre “parole chiave” che ci inculcano ad ogni riunione sono “professionalism”, “respect”e “perseverance”.

Il mio è andatevene affanculo

venerdì 28 agosto 2009

Mestruazioni



Oggi mi sono venute le mestruazioni, le mie cose (come se fossero diverse dalle “cose” delle altre), il ciclo, il mestruo, il mestolo come lo chiama mio marito un po’ per assonanza, un po’ per l’espressione che assume ogni mese alla data X, oppure mi sono venute punto, il che cosa rimane tacito.
Sono ormai passati quasi trent’anni dalla prima volta e tante cose sono cambiate. Siamo passati dagli assorbenti enormi e contenitivi, quelli che ci mancava fossero legati in vita stile neonato, ai mitici assorbenti per perizoma, quelli che ti si infilano direttamente tra le chiappe.
L’innovazione più grande è stata, insieme al tampax, l’assorbente con le ali, quello con i risvoltini che dovrebbero attaccarsi sotto la mutanda. A me spesso capita di dimenticarmi di girare le alette e finisco per attaccarle ai peli della potta, segue quindi lo strappo e l’inevitabile maledizione all’universo femminile.
L’ultima della Lines sono i preziosi consigli sulla buste, del tipo “Lo sai che durante le mestruazioni ci si può lavare?”. Io di solito li leggo seduta sul cesso quando ho finito il sudoku.
Le pubblicità poi sono veramente da oscar. C’è stata la tipa che si buttava con il paracadute, quella che faceva l’audizione da ballerina con spaccate formidabili (ma dove andavano poi a finire le alette??), la campionessa di pallavolo oppure quella con la gonnellina bianca svolazzante che saltella fresca come se avesse un ghiacciolo in mezzo alle gambe. E poi il top, le due amiche che avranno qualche anno meno di me che si pisciano addosso e parlano in ascensore delle loro perdite e dell’imbarazzo per l’odore emanato.

Quarantenni, ora potete stare tranquille e pisciarvi comodamente addosso, ci pensa l’assorbente profuma potta.

Evviva le donne

lunedì 13 luglio 2009

E' passato un anno ...

La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Ciao Dino

martedì 30 giugno 2009

Un secolo dopo



Tempo fa sentivo alla televisione un’intervista a Monicelli. Diceva che il cinema era più vivo all’epoca del muto rispetto ad ora. Raccontava come negli anni venti il pubblico vivesse il film da protagonista applaudendo il buono e insultando il cattivo.
Su suggerimento di un mio collega (che ringrazio) qualche giorno fa ho trovato un sito www.runpee.com che dimostra come la tecnologia aiuti la crescita dello spettatore. Su questo sito, infatti, si può trovare la lista di tutti gli ultimi film e vedere quali sono i minuti in cui “non succede niente” per poter cosi’ comodamente andare a pisciare o espletare altre misere funzioni fisiologiche a seconda del tempo che abbiamo a disposizione. Per i più tecnologici è possibile anche farsi mandare un sms direttamente dicendo in anticipo l’ora dell’inizio del film. In questo modo, all’ora X in cui “non succede niente”, il nostro telefonino può tranquillamente vibrarci in mezzo alla topa o alle palle a seconda del caso, con la duplice utile funzione di stimolare la diuresi e di avvertirci che è l’ora della pipi’.

Vorrei dire agli inventori del sito, ma non sarebbe stato più semplice inserire la vostre facce come immagini subliminali all’interno del film per farci venire lo stimolo?

Ovviamente quando “non succede niente”.

sabato 13 giugno 2009

cucina molecolare


Sabato sera sono andata a cena fuori in un nuovo ristorante. Cucina molecolare. Abbiamo visto fuori il menù, ci ha attratti il “gelato estemporaneo all’azoto liquido”. Bene, ci piace sperimentare e proviamo.
Appena entriamo ci fanno accomodare e ci danno il menù molecolare. La cameriera, nonché proprietaria molecolare, ci avverte subito che hanno finito l’azoto. Nell’attesa della scelta ci porta un aperitivo molecolare: bruschetta da bere. Bicchierini da vodka ripieni di olio e briciole ( o forse molecole) di pane. Scegliamo il menù degustazione. Porzioni molecolari ma buone. Di primo ci portano gli gnocchi molecolari conditi con petali di rosa e ci raccomandano di mangiare i petali perché costosissimi. Il secondo era un guazzetto di triglie ma essendo molecolare la triglia era una. Prima del dolce io e mio marito usciamo a fumare una sigaretta e quell’uomo comincia a espellere molecole di aria dal culo con una frequenza che non avevo mai sentito. Rientriamo per il dolce. Aria di Lime. Una schiuma con una fogliolina verde sopra, il tutto dentro un cucchiaio. La metti in bocca e sparisce, non ingoi nulla, ti rimane solo in bocca il sapore del lime. Ci spiegano che è ottenuta centrifugando la lecitina di soia che si lega con una molecola all’aria e una al lime. Paghiamo e usciamo soddisfatti per aver bevuto un bicchiere di olio, mangiato due petali di rosa, una triglia e un cucchiaio di aria.

Per tutta la notte le molecole di lecitina di soia nel duodeno di mio marito si sono slegate dall’aria che ha seguito il suo corso

domenica 31 maggio 2009

Amiche

Nel corso della vita spesso le opinioni si cambiano. Ho conosciuto la mia amica Laura ai tempi della scuola. Eravamo su posizioni politiche opposte e non la potevo vedere. Ci siamo poi ritrovate venti anni dopo tramite i nostri mariti. La prima sera ero guardinga e la studiavo. Al secondo incontro ci siamo confessate tutte le nostre psicosi parlando una sopra l'altra, dicendo "ce l'ho anche io" e scambiandoci numeri e nomi di omeopati e strizzacervelli di vario genere. Alla terza eravamo grandi amiche e ora amo quella donna.
Laura non è esattamente un "donnino". E' alta circa 1.80 e lei sostiene di essere una 46 abbondante, questo vuol dire un numero pari arbitrario da 46 in su. Però i costumi da bagno devono essere rigorosamente una taglia 42 massimo.
Dice sempre di essere a dieta ma nella borsa ha sempre qualcosa da mangiare, "e se ci venisse fame?", ha il terrore di rimanere senza cibo quindi ha sempre un panino, una pizzetta o un po di frutta nella borsa.
Ieri ci siamo incontrate dopo che aveva fatto un giro per il mercato. Sfama me e mia madre e poi raggiante ci mostra il costume "Solo 10 euro ed è proprio quello che cercavo". Taglia 42, blu cobalto, fiocchetti ai lati, paiettes sul reggipuppe e una scritta sul culo, sempre con le paiettes, argento e rosso. In argento c'era scritto "IF YOU ARE RICH I'M" e sotto un po' più grande e in rosso "SINGLE".
Peccato che il costume le annega completamente tra le chiappe e si legge solo RI sopra e NG sotto. RING ... circa uguale alle dimensioni del suo culo, un maxi schermo da cui si aspetta solo che esca Rocky per posizionarsi sulla chiappa destra e Apollo sulla sinistra.

Mia madre dice subito bellissimo, farebbe qualunque cosa per un tozzo di pane.

Io voglio solo dire a questa donna che l'adoro.

mercoledì 20 maggio 2009

Teorie

Ieri mi e' stata esposta una teoria interessante.
Ci tengo anche a citare la fonte ... e' la stessa persona che fa la raccolta differenziata, che trova da dire sulla mia scrivania, sui miei stivali estivi e che adora annusarsi l'ascella.
Sostiere che le e' stata riportata ma io ho forti dubbi che sia sua.
Consiste in questo: gli uomini sono fatti male, non ha senso che le palle siano all'esterno, dovrebbero stare all'interno ma e' stato fatto un errore. Gli spermatozoi, per essere attivi, devono stare "al fresco". Se le palle fossero dentro sarebbero intontiti per il caldo invece, fuori, prendono aria e sono belli vispi. Quindi (e qui sta il cuore della teoria), se un uomo si fa una doccia calda, quasi bollente, puo', se prima non si e' ustionato il pisello, trombare tranquillamente per le dodici ore successive senza correre il rischio di inseminare.

Volevo solo dire a Veronica che temo molto che le esalazioni delle sue ascelle le abbiano nuociuto

venerdì 15 maggio 2009

Kamasutra cattolico

Ho letto su repubblica di oggi che un frate francescano polacco ha scritto un libro intolato Seks per istruire le coppie cattoliche all'atto sessuale.
L'importante e' che le coppie siano sposate poi " durante un rapporto sessuale, le coppie sposate possono mostrare il loro amore in qualsiasi modo, possono scambiarsi le carezze più ardite, possono fare ricorso a stimolazioni orali e manuali " e ancora "Alcune persone credono che il sesso nella vita matrimoniale debba essere privo di gioia, di frivola giocosità, di fantasia e di posizioni eccitanti. Pensano che debba essere triste come un tradizionale inno religioso".
Altro che posizione del missionario o sesso finalizzato alla procreazione, qui c'e' da imparare !
Ma la parte che mi ha colpita di piu' e' stata "Ogni atto, un certo tipo di carezze, una certa posizione sessuale, fatto allo scopo di suscitare eccitazione, è permesso e fa piacere al Signore".... cazzo ma allora ci vede!!!!
Mi ha inibita questa cosa, penso mi si chiudera' come un riccio, come il buco delle orecchie quando non metti piu' l'orecchino, come le cozze prima di bollirle, come l'uovo quando e' ancora dentro la gallina ....

lunedì 4 maggio 2009

Innocenza


Il mio primo approccio con il maschio è stato più o meno quando avevo due anni, alla fine degli anni sessanta. Mia mamma mi portava al mare insieme alla sua amica Floriana con il suo bimbo, Massimiliano, che aveva un mese più di me. Quello che non capivo era perché fosse così stupido da fare la pipì in piedi, così si sarebbe bagnato tutto, era molto meglio farla come Virginia. Pochi anni dopo, intorno ai 4 anni, capii la differenza cosi, quando in un ristorante il cameriere gay mi chiese da cosa si vedeva che ero una femminuccia, sentenziai “dalla perlinsa! “.
(la perlinsa era il nome dialettale che dava la mia tata Maggiorina a quella cosa che poi negli anni non avrebbe mai più avuto un nome preciso).
Dopo Massimiliano ho avuto vari amori fino ad arrivare al primo ragazzo in seconda media. Si chiamava Roberto, non era bello ma era l’unico che si fosse dichiarato e io non potevo rischiare di arrivare in terza media senza essere mai stata fidanzata. Tornavo da scuola, era un sabato mattina, mi ferma per la strada e mi dice “vuoi essere la mia ragazza?”. Le mie amiche mi avevano detto di rispondere “ci devo pensare” e poi aspettare un paio di giorni altrimenti voleva dire che eri una che “ci stava” (che poi cosa volesse dire non l’avevo capito di preciso).
“Ci devo pensare”. E me ne vado a casa. Corro a casa e lo dico subito a mia madre. Non so di cosa parlargli, e se faccio scena muta? Quella saggia donna di mia madre mi dà allora un consiglio prezioso “Suo fratello fa il nautico, parlagli delle carte nautiche che hai in camera”.
Al lunedì gli rispondo va bene, lui mi dà un biglietto con scritto TI AMO in rosso e io me ne vado a casa. Qualche giorno dopo usciamo, facciamo un giro per Albisola, lui mi prende per mano e io comincio a parlargli delle mie carte nautiche. A un certo punto mi dice “Mio fratello quando esce con le ragazze le bacia”. Io lo guardo, in un attimo prendo coscienza che mia madre è una cazzona, non dico una parola e corro via.
Non ci ho più parlato e sono circa 30 anni che non lo vedo.

Ho provato anche a cercarlo su facebook .

martedì 21 aprile 2009

Herpes

Domenica mattina mi sono svegliata con un magnifico herpes sul lato in basso a destra della bocca. Come si dice l'amore finisce ma l'herpes e' per sempre.


Di solito quando il bastardo comincia a spuntare lo colgo in contropiede, ci metto il dentifricio e non esplode anche se brucia da morire. Questa volta mi ha beccata alla sprovvista e cosi' mi sto puppando tutte le sue fasi. In questo momento sono tra la fase purulenta e quella crostosa, quella in cui ogni volta che ridi il labbro si spezza e lui, il bastardo, si allarga.

Poi ti crea dei grossi inconvenienti sociali. Parli con le persone e vedi che non ti guardano negli occhi ma ti fissano li'. Allora cominci a parlare girata di profilo e mediamente anche loro torcono il collo per seguirlo. Provi anche a sganciare un bottone della camicia per distrarli ma niente.

Cazzo ci sara' di interessante non lo so.

Ho provato anche con i cerottini invisibili che vendono in farmacia. C'e' scritto anche "puoi darci sopra il rossetto".

Il risultato e' stato che mi sono masticata il cerottino insieme a una fetta di prosciutto.


Oggi un mio collega mi ha guardata e mi ha detto "e' giallo", gli ho risposto "volevo giusto metterci sopra una fetta di bresaola".



giovedì 9 aprile 2009

Rifiutometro

E' circa un mese che Veronica con marito al seguito si e' insediata nel nostro ufficio. In questo mese e' gia' riuscita a convertire (in parte) un ufficio di incivili in un ufficio di salutisti. A mezzogiorno in punto, 3 giorni alla settimana, si parte (o meglio partono) e si va in palestra o a correre. Io vado con il mio passo a mensa, mangio, raccatto i panini per loro e ci faccio anche un po' la cresta ogni volta, mi prendo un Kinder, o un dolcetto, a volte anche delle patate fritte. Tornano tonici e riprendono a lavorare alacremente mentre io comincio a ruttare la pasta ai broccoli che, come dicono i colleghi romani, "me se ripropone".

Veronica ha (giustamente) deciso di farci fare la raccolta differenziata. Quindi ci ha fornito il rifiutometro e ha fatto 3 cestoni per la carta, per la plastica, e per il resto. In realta' noi avevamo gia' 3 bidoni tutti classificati come "per il resto". Ovviamente si e' premunita di dirci che (traggo dalla sua mail) "Nel reparto carta non vanno messi fazzoletti di carta (il moccio e le caccole non sono riciclabili come carta) " e che "nel contenitore di plastica non vanno messi chewing gum (neanche la vostra bava è differenziabile come plastica)". Io avevo anche proposto di aggiungere 2 bidoni, uno per le caccole e uno per la bava per vedere da quale orifizio producevamo piu' materiale, ma e' stata bocciata.

La raccolta differenziata e' sicuramente una gran cosa ma se vuoi farla bene e' davvero impegnativo. Ricordo ancora quando i primi anni che Nicola era a Milano, una sera era seduto su una sedia, in lacrime perche' non sapeva dove buttare il triangolino del cartoccio del latte (era di carta, ma un po' plasticosa e sicuramente era umido!).
La cosa piu' difficile secondo me e' proprio l'umido. A Sarzana per esempio ho visto che ci sono i bidoni per l'umido ma nessuno distribuisce i sacchetti, quindi o c'e' un omino incorporato nel bidone che svuota tutti i sacchetti, oppure li svuotiamo direttamente noi. A quel punto ci resta un in mano il terribile "sacchetto di plastica umido". Dovremmo quindi sciacquarlo (Veronica mi ha detto che anche i vasetti dello Yogurt vanno lavati prima di buttarli nelle plastica) alla prima fontana disponibile e poi tornare al bidone della plastica.

Ovviamente prima dovremmo esserci accertati che dentro il sacchetto non sia rimasta qualche buccia di mela o lisca di pesce sciabola.

mercoledì 8 aprile 2009

Questione di principio

Se mi chiedessero quando mi sono sentita piu' orgogliosa nella mia vita risponderei senza dubbio quando l'ultimo giorno di lavoro prima della pensione di mio papa', due mesi prima che morisse, i sindacalisti, quelli stessi in lacrime il giorno del suo funerale, gli regalarono una penna con un biglietto dove c'era scritto "Ad una persona che ha saputo coniugare le esigenze dell'azienda con quelle dei lavoratori". Ricordo quando arrivo' a casa con questo biglietto e me lo fece vedere e mi disse che questo voleva dire che in fin dei conti nella sua vita qualcosa aveva combinato. Io ero piena di orgoglio e avrei voluto urlare "questo e' mio padre". E' stata l'ultima volta che l'ho visto in qualche modo felice. Mio papa' era dirigente di azienda, girava con una UNO che aveva comprato nel 1992. Non ha mai portato a casa dall'ufficio nemmeno una Bic e se avevo bisogno di fare qualche fotocopia mi mandava alla fotocopisteria di fronte a casa. Spesso viviamo forti contrasti con i genitori ma questo "senso dell'onesta'" l'ho sempre respirato e l'ho fatto mio.

In ufficio abbiamo una macchina aziendale che condividiamo in 60 persone. Per la precisione credo che il numero esatto sia un po' meno visto che ci sono 3 o 4 persone che posseggono l'auto aziendale propria. L'auto aziendale propria (e questo lo so perche' l'ha anche mio marito), e' un benefit che si puo' usare ANCHE (e sottolineo anche) per scopi privati. In piu' si ha il rimborso benzina, revisioni, bollo, assicurazione, cambio ruote, manutenzione ordinaria. Insomma tutto. Un bel benefit, ho sempre pensato io. Qualche giorno fa avevo prenotato l'auto aziendale o meglio l'aveva prenotata un collega che andava e tornava, mentre il giorno dopo l'aveva prenotata un altro. Andiamo al vedere il foglio prenotazioni (che non e' documento ufficiale come spesso ci dice la segretaria) e le prenotazioni sono state annullate entrambe perche' la macchina serve ad una persona che ha l'auto aziendale propria ma che probabilmente, per motivi suoi personali, non vuole utilizzare (che serva alla moglie? Che abbia paura di sforare il tetto massimo della benzina visto che, contro il regolamento, la lascia sempre a secco? O forse preferisce appoggiare il suo culo su una vecchia punto piuttosto che sul "suo" macchinone?).
Questa cosa mi ha fatto parecchio incazzare ma sono rimasta anche delusa dalla gran parte dei colleghi che mi hanno detto di lasciar perdere, in fin dei conti noi non ci rimettiamo niente, ci affittiamo una macchina e ce la rimborsano. Ma come? Ci rompono i coglioni per ordinare della cancelleria, ci guardano le ricevute delle trasferte e se abbiamo mangiato una bistecca rischiamo la cazziata perche' siamo fuori budget, ci riempono di mail del cazzo per dirci che il treno va preso in seconda classe e poi sorvoliamo che, a tutti gli effetti, una sola persona usa 2 auto aziendali contemporaneamente?
Possibile che le persone sappiano lamentarsi solo quando viene intaccato il loro orticello e quando si vede una cosa palesemente sbagliata non la si denuncia solo perche' in fin dei conti non tocca il nostro portafoglio?

Questione di principio .... bene sappiate che finche' questa cosa non si risolve io continuero' a rompere i coglioni.

venerdì 20 marzo 2009

Omeopata



Martedi' sera siamo andati dall'omeopata. Dico siamo perche' eravamo io, mio marito, la mia amica Laura e suo marito. Un gruppo di autoaiuto praticamente.Arriva il mio turno, mi chiama, lo osservo. E' un uomo sulla cinquantina, con la pelle un po' scura e con uno strano accento che faccio fatica a capire. Mi fa sedere e mi dice "dica pure".

Comincio a raccontargli i miei noti problemi intestinali. Dopo poco mi ferma. "Quale e' l'animale che le piace di piu'?" "eh???" "Quale e' l'animale che le piace di piu'?" "il cane" "e di meno?" "il topo" "bene continui pure". Riparto a descrivere il maelstrom che ogni tanto mi sento nella pancia. "Le piace il temporale" "eh??" "le piace il temporale? " "be' dipende, se sono in casa sotto il piumone mi piace molto, se sono per la strada con le borse della spesa meno" "bene vada avanti". Riparto un po' dubbiosa finche' mi chiede "le sembra di avere qualcosa di vivo nella pancia" be', penso, questa domanda e' sicuramente piu' attinente "la sensazione a volte e' di avere qualche cosa di vivo, altre di avere qualcosa di morto da mesi". "le piacciono i coltelli?" "eh??" "ha mai sofferto di otite?" "si da bambina" e mi e' venuto un po' da ridere.

Proseguiamo per un po', poi mi dice "le sudano i piedi?" in quel momento ho pensato "cazzo si sente", e poi "suda di notte e le capita di volersi cambiare?" "mi capita di sudare ma non ce la farei mai a cambiarmi, dormo sporca e mi piace molto!". Siamo quasi a fine visita, ha riempito un foglio di segni e ha consultato piu' volte un librone che sembrava un po' quello delle pozioni magiche che immaginavo da bambina quando mi raccontavano le favole. "Ultima domanda: sbava?" "ehhhhh?????" "Le capita di perdere bava di notte, di svegliarsi con la bava alla bocca o con il cuscino bagnato", "per ora no!" gli rispondo con la voce un po' triste.
Bene, mi da' due pozioni da prendere il giorno dopo e una tra 15 giorni, e tutti i miei problemi intestinali e non saranno risolti.
Mio marito invece e' uscito con 10 pozioni da prendere al giorno per 15 giorni e c'e' rimasto molto male.

Quello che posso dire e' che finora il mio intestino e' silente .... attendo sviluppi

lunedì 16 marzo 2009

Visite mediche


Giovedi' sono andata dalla ginecologa. E' la mia amica Laura che una volta all'anno mi dice "andiamo a farcela vedere" e mi prende appuntamento. Io sono ipocondriaca di natura e cosi' sto male per tutta la settimana prima.
Arrivo allo studio e, un po' sara' la paura un po' il mio intestino pigro, ovviamente mi prende uno strizzone devastante. Decido di essere stoica e di trattenermi.
Entro nello studio e trovo questo donnino piccolo che mi mette subito a mio agio dicendomi "si tolga le mutande" mentre digrigna i denti. In realta' mi fa prima mettere seduta sul lettino, io pensavo ad una ecografia esterna e rimango li' con calze, gonna e stivali. E' a quel punto che si spazientisce e mi dice "vogliamo toglierci qualcosa?".
Bene ... levo tutto combattendo prima con le cerniere degli stivali e poi con i collant. Trattengo la pancia (come faccio sempre quando mi metto in costume) che comincia a fare rumori da combattimento. Temo l'ineluttabile.
Mi "inserisce" nel gioiello quello che sembra un'occhio allungato e comincia a scrutare in silenzio. Dopo pochi secondi non resisto e chiedo spiegazioni. Mi dice "si vede poco, l'intestino e' bello pieno" (vergogna!!!), "questa invece e' la vescica, bella piena anche lei" (ri-vergogna!!!), "comunque sta bene, bella vagina!" (vergognissima!!!!).
Mi fa rivestire e ci sediamo alla scrivania. Mi consiglia di andare da un "omeopata unicista" greco dal nome impronunciabile che mi aiuti a cagare. Poi comincia a parlarmi di me, di alcuni lati del mio carattere e incredibilmente ci azzecca. Possibile che la mia patonza dica cosi' tanto di me? Penso tra me e me mentre lei continua a parlarmi.
Alla fine mi saluta con una vigorosa stretta di mano.
Vado per pagare e chiaramente ho il portafoglio vuoto ma arriva Laura con la faccia soddisfatta che paga anche per me.

Domani ho appuntamento con Konstantos.

martedì 3 marzo 2009

Cubo di Rubik

Qualche mese fa, rovistando in casa di mia mamma, ho ritrovato il cubo di rubik. Me l'avevano regalato i miei quando avevo sette otto anni e credevano fossi un incrocio tra Mozart e Einstein. Ben presto si accorsero di quanto fossero lontani dalla realta'. Nonostante tutti i miei sforzi riuscivo al massimo a fare una faccia e cosi', sconfortata, l'ho abbandonato in un cassetto dove e' rimasto per piu' di 30 anni. La scorsa estate l'ho portato in ufficio e l'ho lasciato li' sulla scrivania come soprammobile. Qualche giorno fa mi e' venuta voglia di farlo. Il mio vicino di scrivania (quello che quest'estate si lamentava degli atti di bullismo del gatto nei confronti del merlo zoppo), riesce a farlo in meno di 2 minuti.

Provo a chiedere spiegazione al merlo (chiamero' cosi' il collega per questione di privacy).

Merlo muove quelle zampette a una velocita' incredibile, ogni tanto si ferma a pensare e poi riparte dicendo qua e la' qualche parola. Io sono li' con carta e penna, con la bocca semiaperta e un po 'di bava (di ammirazione ovviamente). Capisco che non e' la via giusta.

Cavolo, ora c'e' internet, cerco la soluzione, la imparo a memoria e stupisco mia madre. Comincio la mia ricerca tra siti assurdi di pazzi genialoidi. Ho scoperto che fanno veri e propri campionati, che c'e' stato chi l'ha risolto in poco piu' di 7 secondi e che un inglese ne e' uscito completamente pazzo. Si presenta piu' complicato del previsto.

Trovo un sito che mi sembra molto chiaro. Il cubo va risolto in 7 passi. Seguo alla lettera passo per passo quando arrivo all'ultimo e' apoteosi. Ci sono 4 possibili configurazioni, per ogni configurazione ogni angolo puo' essere ruotato in senso orario o antiorario a quel punto e' sufficiente applicare D2 B2 R2 B (S2F2)x3 B' R2 B2 D2 (ovviamente per ogni angolo fuori posto) ed e' fatto. Questo se non bisogna scambiare angoli adiacenti altrimenti si puo' semplicemente applicare la ( D' R2 ) ( F D F' D' ) x3 ( R2 D ) e di seguito la precedente.

Ecco il mio risultato

Fanculo al cubo ....

mercoledì 25 febbraio 2009

Pregiudizi


Alle volte, forse un po' troppo spesso, ragioniamo per categorie. Cattolico, ateo, di destra, di sinistra, uomo, donna .... ognuno di noi e' inserito in una categoria. Credo che spesso sia davvero difficile andare oltre alle ideologie o alle logiche di appartenenza, sia difficile mettersi in discussione. Quando ci capita di condividere qualcosa appartenente ad "un'altra categoria" proviamo quasi un senso di colpa.

Io sono donna, non cattolica e di sinistra.

Ieri pensavo al dibattuto discorso delle ronde nei comuni. Li' per li' ho pensato "che orrore", forse perche' lego il nome ronde a qualcosa legato al fascismo. Poi riflettevo su una cosa. Che male c'e' se i cittadini si creano un sistema autogestito pacifista per dissuadere la microcriminalita'? Come facciamo a sapere a priori che sara' un mezzo utilizzato male o se i limiti non verranno oltrepassati? Perche' dobbiamo subito pensare e gruppi di lombardi inferociti che si scagliano contro i rumeni?


Certo bisognerebbe fare una battaglia per la giustizia (cosa che peraltro non mi sembra fare nessuno ne' di destra ne' di sinistra a parte Di Pietro) e sicuramente non sono le ronde a risolvere il problema quando c'e' un capo del governo che sta cercando di ucciderla (la giustizia).

Pero' credo che demonizzare sempre e comunque "l'avversario" porti poi a perdere di credibilita' quando si denunciano fatti gravi.

Fanculo alle categorie. Evviva le persone pensanti

lunedì 23 febbraio 2009

Raffreddore


Stamattina mi sono svegliata con un raffreddore bestiale. Il mio gia' "importante" naso e' aumentato ulteriormente di dimensioni, spargo fazzolettini ovunque e sputacchio perche' ho i riflessi lenti e quando mi viene da starnutire non faccio in tempo a mettermi la mano davanti alla bocca.
Sono andata su internet a cercare "raffreddore" e ho scoperto che ce ne sono di 200 tipi e soprattutto che si puo' trasmettere anche tramite una stretta di mano ...

Il consiglio e' di pulirsi bene il naso, cioe' scaccolarsi sapientemente magari prima di stringere la mano a qualcuno e infettarlo.

A detta di un pneumologo austriaco "scaccolarsi fa bene"
Cito testualmente "Con le dita - spiega il professor Bischinger - si raggiungono punti in cui col fazzoletto è impossibile arrivare. Mangiare quel che si estrae, poi, aiuta gli anticorpi. Di fatto il naso è un filtro vero e proprio. Lì si raccolgono un gran numero di batteri e quando li facciamo arrivare all'intestino funzionano proprio come una medicina di quelle moderne, in circolazione oggi, per rafforzare il sistema immunitario"
Quindi la gente che si scaccola è più in salute, più felice e in sintonia con l'organismo.

Evviva Evviva

giovedì 29 gennaio 2009

Informazione


Stamattina sono arrivata in ufficio presto. Ho preso il caffe' e lo sorseggiavo alla scrivania mentre leggevo le notizie su repubblica.
Il primo articolo e' intitolato "Guidonia, il branco confessa "Volevamo solo divertirci"" riferito ai violentatori di capodanno che dichiarano "Avevamo bevuto, avevamo deciso che ci saremmo divertiti: uno di noi l'ha violentata due volte, quella ragazza. Ci avevamo già provato, quella sera. Poche ore prima avevamo tentato di aggredire un'altra coppietta, ma era andata male".
Allo stesso livello leggo "Si fa cambiare in banca i soldi del monopoli ... la banca risponde "sbagliare e' umano".
Poco piu' sotto "Il giallo Bolle "Sono gay" ma poi smentisce", segue "Inter a + 6 " e conclude, piu' o meno in fondo alla pagina, "Alitalia, 6000 cassaintegrati senza cassa. L'inps non puo' mandare gli assegni perche' il commissario non ha ancora comunicato i nominativi e il monte ore".

La prima domanda che mi pongo e' con che cazzo di criterio dispongono gli articoli, ci sara' un motivo? Ma la gente e' davvero piu' interessata al coming out di Bolle piuttosto che delle condizioni di 6000 cassaintegrati? Ed e' cosi' ovunque, sui quotidiani, al telegiornale .... Viviamo in un mondo surreale, dell'Alitalia ci dicono solo che la hostess che e' al grande fratello rischia il licenziamento. Quello che mi fa piu' incazzare e' che non c'e' possibilita' di scappare, che se voglio sapere in che mondo sto vivendo devo per forza passare attraverso le condizioni del buco del culo di Bolle ..... NON LO VOGLIO SAPERE, non mi interessa, voglio essere libera e non in questo Truman show .... perche' poi, alla fine, l'articolo su Bolle l'ho letto, ci stanno mangiando il cervello e non ce ne stiamo nemmeno accorgendo.

Sono incazzata

giovedì 22 gennaio 2009

La liberta'

Ieri sera sono stata a Livorno a teatro a vedere Neri Marcore' che faceva "Un certo Signor G"tratto da pezzi di Gaber. Mi ricordo anni fa avevo visto Gaber e mi ero veramente emozionata. Ho pensato a come la tipologia umana media dagli anni settanta sia cosi' simile a quella di oggi, anzi siamo sempre piu' tutti uguali e omologati proprio perche' la borgesia si e' allargata e quella coscienza politica, che comunque c'era negli anni settanta, ora e' praticamente sparita. La diffidenza per la classe politica, la guerra tra i sessi il qualunquismo .... forse tante cose sono cambiate ma tante si sono incancrenite e alla fine il signor G ne esce comunque come un individuo inadeguato nei confronti del mondo che lo circonda, quel mondo che guarda dalla finestra dall'alto al basso.

Mi fa paura come sta diventando il mondo, come sara' per i nostri figli anche se io sono un "ramo secco". Ci crediamo "liberi", pensiamo che liberta' voglia dire nessuno mi rompe i coglioni, ma la liberta' va vissuta, condivisa, conquistata. Il mondo sta cambiando ma ne siamo noi gli artefici ...

..... E dall'inizio dell'anno ad oggi, in tutto il mondo, sono morte piu' di 2500 persone per le guerre

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
(G. Gaber)

venerdì 16 gennaio 2009

Depilazione


Domani vado a farmi i peli. Di solito quello che mi spinge a questa decisione e' una parola di mio marito: "pungi". Al suono di pungi mi preparo psicologicamente e generalmente nel giro di un paio di giorni chiamo l'estetista.

Ci sono vari modi di depilarsi, io li ho provati tutti.Ognuno ha i suoi svantaggi e i suoi vantaggi ma nessuno riesce mai ad averla vinta. Il pelo comunque ricresce, spesso piu' forte e robusto, altre volte si moltiplica ma mai si elimina.

Quello che ho capito negli anni e' che il metodo per estripare il pelo e' tanto piu' efficace quanto piu' noioso e soprattutto doloroso.Il piu' comodo e veloce e' sicuramente l'intramontabile rasoio, guai pero' a dirlo. La risposta immediata di qualunque donna che se ne intende e' "mai usare il rasoio, i peli si moltiplicano!", tu provi a ribattere con un timido "ma e' comodo" ma poi resti intimorita dallo sguardo inorridito dell'interlocutrice e ti zittisci.

Ci sono poi le creme depilatorie. Ecco queste mi fanno letteralmente impazzire. Ti stendi sulla zona la crema, aspetti quei 10 minuti in posizioni impossibili dopo di che si genera una melma misto di crema puzzolente e peli che amabilmente elimini e butti nel lavandino. L'inconveniente delle creme e' che se sei disordinata come me puoi sempre trovarti della crema sullo spazzolino da denti o un magnifico dentifricio a granuli sbiancante sotto l'ascella o in luoghi peggiori.

Il passo successivo, piu' efficace ma piu' doloroso, sono quelle magnifiche macchinette (epilady, silk epil, ecc). Nelle pubblicita' di questi oggetti c'e' sempre una figa spaziale che non sa cosa sia un pelo che si passa questa macchinette sulle gambe. Io, in qualche anfratto in casa, ho il silk epil che avevo comprato anni fa attratta da una di queste pubblicita'. Questo oggetto e' composto da due parti. Una parte che va tenuta nel congelatore (e che in casa mia finiva in mezzo ai pesci sciabola di mio marito) e tirata fuori solo durante l'uso. Questa serve per ANESTETIZZARE la "zona interessata" (e gia' questo la dice lunga). La seconda parte e' il cuore vero e proprio. E' composta da una serie di pinzette che afferrano il pelo, lo girano ed estraggono il bulbo. Io probabilmente la usavo male fatto sta che sentivo un dolore boia e rimanevo con una massa di peli arricciati.

Ultima ma non ultima la mitica ceretta. Tipicamente quando si inizia si prova a farla in casa. Mi ricordo ai tempi dell'universita' la mia compagna di casa che entrava in bagno con questo misterioso pentolino e usciva dopo 2 ore con il pentolino vuoto e le lacrime agli occhi. Io ho provato le mitiche strisce. Allora, si prende la striscia, si scalda con le mani, si staccano le due parti, poi si appiccica alla zona interessata e con uno strappo secco e sicuro si tira via. Io sono pavida, lo ammetto, per cui prima mi attaccavo tutte le strisce addosso perche' non avevo il coraggio di toglierle, poi giravo per mezzora per casa con le strisce pendenti, finche' prendevo il coraggio e cominciavo ad eliminarle una ad una tirando una serie di bestemmie ad ogni strappo. Putroppo il mio strappo non e' mai stato ne' secco ne' sicuro per cui rimaneva quello stratino di cera che appiccicava potta e ascelle e mi faceva camminare per tutto il giorno come se fossi l'incrocio tra un soldatino di piombo e un pinguino.


Ora e' qualche anno che ricorro all'estetista. Le estetiste di solito sono piccole, magre, abbronzate e cattivissime. Quando arrivi sembrano le persone piu' gentili del mondo, ti fanno accomodare e ti danno un improbabile paio di mutande di carta. Poi ti stendono sul lettino e cominciano a strappare con una crudelta' inaudita. Ti mettono nelle posizioni piu' assurde e nel frattempo ti descrivono tutta una serie di trattamenti che dovresti fare perche' sei veramente un cesso. Il momento peggiore e' quando arriviamo al baffo. Li' e' veramente DOLORE. Ogni volta quando sta per strappare la striscia io la seguo con le labbra, mi alzo, mi abbasso quasi come se quel pelo non volesse abbandonarmi, finche' mi immobilizza con una forza che mai avresti creduto potesse essere in quel corpicino e finisce il suo compito. Quando hai finito ti rivesti, arrivi alla cassa traballante e lei ti dice "ci rivediamo tra un mese".

Io esco con la testa ciondolante, aspetto di riprendermi e tipicamente vado a comprarmi un paio di stivali nuovi perche' me li sono proprio meritati.

mercoledì 14 gennaio 2009

Letargo

Stamattina alzarsi e' stato piu' duro del solito.

Pensavo che mi piacerebbe essere un orso. Addormentarmi in autunno e risvegliarmi in primavera bella magra, passare l'estate a strafogarmi di cibo e tornare poi a dormire. In effetti se un terzo della giornata lo passiamo a dormire, sarebbe bello suddividere il tempo nell' arco dell' anno. Quattro mesi di sonno e otto di veglia. Diro' di piu' io farei anche 6 mesi e 6 mesi. Poi se per caso uno si sveglia puo' fare come quell'orso di Asiago che qualche giorno fa si e' svegliato per la fame, ha sbranato un cervo di 15 chili e se ne e' tornato a dormire.

Quando mi sveglio la mattina sono di pessimo umore. Mio marito anche. Bisogna aspettare la colazione per ripenderci ma fino a quel momento potremmo arrivare ad ucciderci. Ormai dopo anni di convivenza lo sappiamo e stiamo in rigoroso silenzio fino al capuccino al bar.
Durante questi anni, tra universita' e lavoro fuori, mi e' capitato di convivere con diverse persone. Qualcuna si svegliava di ottimo umore, qualcuna perfino canticchiava al mattino. La peggio e' stata la mia compagna di camera dell'ultimo anno di universita'. Si svegliava prima di me, di ottimo umore e, una volta sveglia, mi fissava per capire se dormivo. Io ero nel dormiveglia, sapevo benissimo che mi stava fissando ma tenevo gli occhi ben chiusi per evitare che cominciasse a parlare, che ne so che mi dicesse "buongiorno". Ogni tanto socchiudevo un occhio, la vedevo e mi sentivo un po' come l'orso affamato che aveva visto il suo cervo a pochi metri.

Concludo dicendo che e' vero che chi dorme non piglia pesci ma questo potrebbe essere anche un vantaggio.