mercoledì 7 ottobre 2009

Presa di coscienza

Oggi, per la prima volta in quindici anni, ho pensato seriamente di lasciare il mio lavoro. Stamattina, ero in ferie, alle 9 mi ha chiamata il mio capo, insieme ad altri colleghi per dirci che ieri avevano deciso di chiudere il progetto su cui sto lavorando e sputando sangue da due anni. Mi sento presa per il culo. Ho trascurato la mia vita privata, la mia famiglia, la casa che stiamo costruendo. Ho saltato le ferie con mio marito, ho passato dodici ore al giorno in ufficio per mesi, spesso mangiando panini per non perdere tempo. Mi sono portata il lavoro a casa, ho faticato ad addormentarmi e soprattutto mi sono sentita in colpa perché mi sembrava di non riuscire a fare abbastanza. Due anni di lavoro buttati nel cesso e proprio a un soffio dal traguardo. La cosa triste è che non riesco nemmeno ad incazzarmi, che non so con chi incazzarmi perché non sono ancora riuscita a capire e forse non capirò mai le logiche di questa azienda. E ora che succederà? Forse starò mesi senza fare nulla, oppure finirò su un progetto super urgente che tra qualche mese chiuderà, oppure diranno che il laboratorio di Pisa non serve più a nulla o ancora che Laura Spinella non serve più a nulla e mi inviteranno gentilmente a levarmi dai coglioni. Non lo so. Non la sa nessuno. Sono convintissima della buona fede delle persone con cui ho a che fare ma questo mi preoccupa ancora di più perché nessuno sa cosa può succedere tra due mesi. Sono tutti burattini con i loro fogli excell da compilare, le scadenze da far rispettare e che cercano di dare un aspetto umano a qualcosa che non ce l’ha, ma nessuno che tira fuori i coglioni. Nessuno.
E il bello è che tra un paio di mesi mi verrà dato il questionario per sapere quanto sono orgogliosa di lavorare qui dentro.

Il vostro “motto aziendale”, le tre “parole chiave” che ci inculcano ad ogni riunione sono “professionalism”, “respect”e “perseverance”.

Il mio è andatevene affanculo

3 commenti:

Verosimile ha detto...

Potresti scrivere un libro. Sei grande!

nemo ha detto...

E' il bello dell'organizzazione matriciale, non sai a chi dire grazie per una stronzata inverosimile e costosissima ma probabilemte ti è noto chi ti romperà le palle per le ferie pregresse di cui non hai potuto usufruire.
Che si fottano, hai dato prova di professionalità,rispetto e perseveranza per 15 anni e purtroppo continuerai ancora.

Paolino ha detto...

Scopro ora che ti chiami Laura.
Piacere.

Per tutto il resto mi spiace.

Ciao.

Paolino.